Tratto da:
LE TECNICHE FOTOGRAFICHE IN ARCHEOLOGIA
di Fausto Gabrielli, Pisa 1994
Copyright © 1994 - 2001 Fausto Gabrielli - Dipartimento di Scienze Archeologiche - Pisa
FILTRI POLARIZZATORI
I filtri polarizzatori non effettuano nessuna selezione tra le lunghezze d'onda, come i filtri colore, ma, piuttosto,
trasmettono tutti i colori della luce visibile in misura abbastanza uniforme, come i filtri a densità neutra, pur
avendo caratteristiche diverse. I filtri polarizzatori assorbono o trasmettono in modo selettivo i vari piani di
provenienza della luce.
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Polarizzazione della luce
La luce presenta un movimento ondulatorio caratteristico. Un raggio di luce emesso da una sorgente è caratterizzato da
onde, o vibrazioni trasversali, perpendicolari alla direzione di propagazione, che si muovono simultaneamente in tutte
le direzioni, attorno all' asse lineare direzionale del raggio. Dal momento che non esiste un piano di vibrazione
preferenziale (come invece esiste, per esempio, quando l' onda è generata lungo una fune) questo tipo di raggio
luminoso viene definito non polarizzato. Ma, se qualcuno di questi piani (o livelli) è bloccato, il raggio è detto
polarizzato in un piano. Esistono diversi metodi di polarizzazione della luce, alcuni si verificano regolarmente in
natura, e altri si possono produrre artificialmente. Nella fotografia generale esistono due modi principali di
polarizzazione naturale. Uno è quello della polarizzazione parziale della luce per diffusione, come negli effetti cielo
e nebbia. L' altro è la polarizzazione per riflesso da determinate superfici.
I filtri polarizzatori da usare sugli obiettivi consistono di un foglio di gelatina Polaroid (un materiale studiato e
prodotto dalla Polaroid Corporation), o di un altro materiale molto simile prodotto da altri, in grado di limitare la
trasmissione di luce (polarizzata) a un singolo piano di polarizzazione, o comunque molto vicino ad esso (la maggio
parte dei polarizzatori sono prodotti facendo assorbire dello iodio da un sottile strato di alcol polivinilico, che
viene quindi steso per allineare le molecole in lunghe catene parallele: il materiale che ne risulta, ha la capacità di
piano-polarizzare un raggio di luce, o di assorbire la luce già piano-polarizzata). L'elemento polarizzante è inserito
tra due strati di vetro, e fissato in una doppia montatura che può essere ruotata e regolata una volta avvitata sull'obiettivo di ripresa.
Nella fotografia di esterni, la polarizzazione naturale incide solo su una parte della luce che forma l'immagine.
La luce non polarizzata viene trasmessa da un filtro polarizzante in una misura standard di circa il 40%, senza
importanza alcuna per la rotazione. Comunque, la luce che è già polarizzata naturalmente, viene trasmessa a livelli
che vanno da un massimo del 40% fino a un minimo dell'1% o 2%, in dipendenza dell'angolo di rotazione del piano di
polarizzazione della luce. Questo significa che quando il piano di polarizzazione del filtro è parallelo al piano di
vibrazione della luce, il tutto non influisce sul raggio polarizzato più di quanto non faccia sulla luce non
polarizzata. Ma quando il filtro viene scostato da questo allineamento, la percentuale di trasmissione diminuisce
fino a quando, ad un angolo di 90 gradi rispetto al piano di vibrazione, l'assorbimento della porzione di luce
polarizzata da parte del filtro è quasi completo. Un filtro polarizzatore può essere utilizzato anche per polarizzare
un raggio precedentemente non polarizzato.
I filtri polarizzatori recentemente prodotti da case diverse dalla Polaroid Corporation, possono avere una trasmissione
di luce base del 25%, o anche meno; ciò significa che i fattori d'esposizione sono meno standardizzati: per questo si
consiglia di consultare le istruzioni di ciascun produttore.
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Polarizzazione naturale per diffusione
Un raggio di luce non polarizzata che colpisce una molecola d'aria o un'altra minuscola particella, e che da questa
viene diffuso, si polarizza in un piano perpendicolare alla direzione di propagazione del raggio incidente.
La luce blu del cielo è parzialmente polarizzata dalla diffusione atmosferica che produce il colore blu. Se si usa un
filtro polarizzatore per assorbire i raggi naturalmente polarizzati, il colore blu si scurisce notevolmente. Dal
momento che la polarizzazione è più forte ad angolo retto rispetto alla direzione del raggio, l' effetto è maggiore
perpendicolarmente alla direzione del sole, mentre è praticamente inesistente in direzione parallela. Al tramonto, la
luce del cielo allo Zenith è fortemente polarizzata, come quella che si trova agli orizzonti Nord e Sud. A
mezzogiorno, la polarizzazione maggiore si trova vicino agli orizzonti Est e Ovest. I massimi effetti di polarizzazione
si verificano durante giornate molto limpide, in quanto il cielo velato produce effetti progressivamente inferiori,
in relazione diretta all' aumento della diffusione multipla della conseguente depolarizzazione della luce.
Quindi, un filtro polarizzatore può scurire parti del cielo senza causare gli effetti di colore dei filtri giallo o
rosso; perciò, in una fotografia, sia a colori sia in bianco e nero, quando non si desiderano effetti di filtratura
del colore, si può ugualmente far risaltare il cielo. Il maggiore svantaggio dipende dal fatto che se non si fotografa
ad angolo retto rispetto alla direzione del Sole (cioè a quella linea che parte o si dirige al Sole, nel cielo) si
ottiene un effetto contenuto. Se si sta utilizzando un grandangolare per una ripresa panoramica, si noterà che i toni
del cielo diminuiranno gradualmente in funzione dell' angolo di ripresa, quando questo diventa inferiore a 90 gradi
rispetto alla direzione del Sole. Quindi, a seconda degli angoli relativi fra la direzione solare e l'asse dell'
obiettivo, il cielo potrebbe risultare molto più scuro da una parte della foto piuttosto che dall' altra; oppure,
potrebbe essere scuro al centro e chiaro ai bordi, o viceversa. Nonostante questo, gli effetti che si possono ottenere
sono comunque notevoli. Poi, con una pellicola in bianco e nero si può usare un filtro colore insieme al polarizzatore:
per ottenere un effetto maggiore.
Il modo più semplice per determinare l' effetto visivo dell' assorbimento della luce da parte di un filtro polarizzatore,
è quello di osservare il soggetto attraverso il filtro stesso, mentre lo si ruota. Gli effetti sono apprezzabili e
molto evidenti. Quando si è raggiunto l'effetto desiderato, è quindi sufficiente mantenere il filtro sull'obiettivo
nella stessa posizione
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Polarizzazione naturale per riflessione
La luce che colpisce una superficie liscia viene riflessa sotto un angolo uguale e opposto all'angolo d'incidenza.
Alcune superfici riflettono un'alta percentuale della luce che le colpisce; altre ne riflettono una parte e ne
assorbono un'altra. Con i materiali dielettrici (non conduttori) una parte della luce riflessa è polarizzata.
Il piano di polarizzazione è parallelo alla superficie riflettente, e l'angolo è maggiore di quello di riflessione,
diverso per ciascun materiale. La polarizzazione diminuisce rapidamente, al variare dell'angolo. L'angolo di
polarizzazione massima varia in funzione della natura del materiale che riflette la luce, ma per la maggior parte
delle sostanze è tra i 30 e i 40 gradi. La luce riflessa, polarizzata in questo modo, può essere assorbita da un
filtro polarizzatore appropriatamente diretto. Di conseguenza, il riflesso (o bagliore) su molte superfici può
essere eliminato parzialmente o completamente.
Invece, se si rende necessario rafforzare l'effetto con un filtro polarizzatore, si inverte il concetto: per eliminare
completamente il riflesso, occorre orientare l'asse dell'obiettivo di ripresa come il raggio riflesso con la massima
polarizzazione, per il materiale considerato.
Di conseguenza, se ad esempio l'angolo del raggio riflesso dall'acqua più polarizzato è di 37 gradi, anche l'angolo
della macchina dovrà essere di 37 gradi, altrimenti il controllo del riflesso sarà solo parziale. Questo angolo di
ripresa potrebbe essere indesiderabile o impossibile, così, questo metodo di controllo non è perfetto.
Nonostante la maggioranza dei materiali che si possono incontrare in fotografia siano in grado di piano-polarizzare
la luce per riflesso, come precedentemente descritto, i metalli non presentano questa proprietà, per ragioni fisiche.
Dal momento che il riflesso di un raggio di luce incidente non polarizzato, proveniente da una superficie metallica
liscia, non produce piano-polarizzazione, i filtri polarizzatori non sono in grado di eliminare questi riflessi.
Comunque, non tutto è compromesso. Se il raggio incidente è già piano-polarizzato quando colpisce la superficie
metallica, come lo è la luce proveniente da varie parti del cielo, resterà tale dopo la riflessione, e l'intensità del
riflesso può essere alterata da un filtro polarizzatore, nel modo normale. Poiché, nello stesso modo in cui non lo
piano-polarizza, la superficie metallica non depolarizzerà il raggio.
Qualsiasi materiale che possa essere usato per assorbire la luce polarizzata, può essere usato anche per indurre la
polarizzazione. Invece di usare il filtro polarizzatore esclusivamente sull'obiettivo, se ne possono utilizzare due:
uno per eseguire la polarizzazione iniziale della luce (il "polarizzatore" vero e proprio) e l'altro per renderne
visibili gli effetti (l'analizzatore). Sia la luce artificiale sia quella naturale possono essere polarizzate. Il
materiale polarizzatore Polaroid è disponibile nel formato standard 40x50 cm, e in formati diversi solo su ordinazione.
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Controllo delle riflessioni
Le riflessioni possono essere eliminate da quasi tutte le superfici, se il raggio diretto viene polarizzato prima di
arrivare al soggetto. Se si utilizza la luce naturale, bisogna interporre un foglio polarizzante tra la sorgente
luminosa e il soggetto, assicurandosi che sia sufficientemente ampio da coprire l'intera area del soggetto. Si sistema
il solito filtro polarizzatore sull'obiettivo, e lo si ruota fino a quando i riflessi scompaiono: e quindi si scatta la
fotografia. Se si usa illuminazione flash e non si conosce l'angolo di polarizzazione dei riflessi, si devono allineare
gli assi dei due polarizzatori. Per comodità, la maggior parte dei polarizzatori portano inciso sulla montatura l' asse
di polarizzazione. Quando i filtri sono privi di questa indicazione, si deve osservare attraverso entrambi, mentre se
ne ruota uno. Al punto di massima estinzione della luce, gli assi sono a 90 gradi, quindi si possono marcare gli assi,
per facilitare il lavoro successivo. Per ottenere il maggior controllo dei riflessi, l'asse polarizzatore della lampada
dovrebbe essere a 90 gradi rispetto all'asse del filtro sull'obiettivo.
Se si usano due fonti di luce, entrambe devono essere polarizzate. Per allineare visivamente i due filtri davanti alle
luci, si debbono montare separatamente. Si mette un foglio polarizzatore di fronte a una delle due fonti di luce e si
ruota il filtro sull'obiettivo fino a quando tutti i riflessi scompaiono. Si spenge questa lampada, e si accende la
seconda. Senza toccare il filtro sull'obiettivo, si ruota il foglio polarizzante posto davanti alla seconda lampada
fino a quando i riflessi prodotti da questa sorgente scompaiono. A questo punto, entrambi i polarizzatori sono
orientati correttamente, rispetto al filtro dell'obiettivo.
Il controllo dei riflessi basato sull'uso deliberato della polarizzazione indotta, è più completo di quello eseguito
con la luce che si è polarizzata naturalmente per riflessione. In questa utilizzazione l'angolo sotto cui si effettua
la ripresa non è determinante, come quando si neutralizzano i riflessi polarizzati naturalmente.
Non sempre si richiede un'eliminazione totale dei riflessi, anzi, a volte non si modifica assolutamente. Alcuni riflessi
sono piacevoli per quello che sottolineano e per il modo in cui lo fanno. Se ci si trova di fronte a riflessi che
nascondono dei particolari su superfici brillanti o naturalmente umide, potrebbe essere meglio indebolire semplicemente
il riflesso, piuttosto che eliminarlo completamente. Togliendo l'impressione di trasparenza o luminosità, l'
eliminazione totale altera l'apparenza caratteristica del soggetto. Potrebbe anche essere interessante lasciare una
traccia della copertura trasparente.